Oltre al generale deterioramento
climatico - progressiva diminuzione dell'umidità e
alternanze marcate delle stagioni - si realizzò un evento
geologico di enorme portata: la formazione della frattura
tettonica lunga oltre 5 mila chilometri che determinò
profonde depressioni e solcature che caratterizzano oggi la
fascia orientale dell'Africa e che prende il nome di Rift
Valley. Questi mutamenti determinarono variazioni
sull'ambiente della regione - attraverso una drastica
diminuzione della copertura arborea a vantaggio di ambienti
aperti tipo savana - le quali agirono come principale agente
selettivo tra le specie esistenti. In particolare, i Primati
(vedi
Da sapere)
che più si erano specializzati nella vita arboricola
risentirono fortemente di questi cambiamenti, estinguendosi
o adattandosi alle nuove condizioni ecologiche. Alcuni di
questi adattamenti determinarono l'inizio di quella che oggi
è considerata l'evoluzione dell'uomo con le prime forme di
Ominidi, i quali non sono sfuggiti alla "pressione
adattativa" permettendoci oggi, grazie ai fossili, la
ricostruzione della successione di questi primati fino alla
nostra specie: Homo sapiens.
I maggiori caratteri su cui si basa l'emergenza e la
persistenza della radiazione evolutiva pre-ominide e ominide
sono la postura e la deambulazione, le scelte alimentari, le
dimensioni dell'encefalo, la forma e le dimensioni dello
scheletro post-craniale. I pochi ritrovamenti, la difficoltà
di datazione e spesso la loro difficile interpretazione,
possono rendere azzardata l'inclusione di un reperto nelle
categorie tassonomiche ( vedi
Da sapere
) conosciute e non meno facile la creazione di una nuova
specie ( in Paleoantropologia le categorie tassonomiche che
ci interessano maggiormente sono il Genere e la
specie ), ciò fa si che il "cespuglio evolutivo" (schema
che mostra la ramificazione avvenuta tra gli ominidi) possa
avere "oggi" qualche ramo in più, in meno o posizionato
diversamente rispetto a "domani" quando avremo nuovi
reperti, nuove tecniche di studio...Si deve confutare poi
un'altro detto nato travisando la teoria darwiniana: "l'uomo
deriva dalla scimmia" e l'immaginario collettivo collega
questo detto ad un essere mezzo uomo mezzo scimpanzé: la
verità è che uomo e scimpanzé hanno dei lontanissimi
antenati comuni e grazie agli studi dell' Antropologia
Molecolare basati su DNA dello scimpanzé e DNA umano,
possiamo probabilmente far risalire ad un periodo compreso
tra i 5 e i 7 milioni di anni fa.
Argomento complesso e
multidiscliplinare viene semplificato e reso abbordabile
anche ai non addetti ai lavori.
Il sito affonta gli argomenti con
spirito didattico e di ricerca.
Una sezione dedicata alla
PALEOANTROPOLOGIA, una ricca parte PALEOETNOLOGICA, con
studio delle prime forme di cultura materiale dell'UOMO
PREISTORICO . . . ed infine ampio spazio alla
ricostruzione di un
PALEOAMBIENTE, attraverso studi di
ECOLOGIA PREISTORICA.
Molti pensano che i dischi volanti e le
storie sugli alieni siano nate nel dopoguerra assieme al cinema di fantascienza,
che secondo alcuni sarebbe la causa delle suggestioni e delle
allucinazioni di quanti vedono o vogliono vedere UFO ovunque...
Peccato che ciò sia semplicemente falso.
Infatti già nell'antichità molti testi e cronache riportano sia
avvistamenti di ufo e oggetti volanti che fatti religiosi "prodigiosi"
assimilabili all'ufologia.
In alcuni testi, soprattutto di epoca medievale e rinascimentale,
si parla esplicitamente di macchine volanti pilotate da esseri stellari.
Non dimentichiamo che il nostro Giordano Bruno fu bruciato perchè sosteneva
l'esistenza di civiltà lontane in altri sistemi solari.
Quindi liquidare la "credenza" di vita extraterrestre, anche sulla terra, come
un fenomeno recente è quantomeno sciocco.
Naturalalmente ogni singola prova presentata nel filmato basterebbe a dimostrare
questo,
ma ho voluto fare una lunga carralleta giusto per dimostrare la
vastità dell'ignoranza su certi argomenti,
inserendo pure oggetti fuori dal tempo che neanche dovrebbero
esistere.
Considerando anche che ho tenuto fuori tutte le testimonianze su cui esistono
dubbi o controversie.
La storia degli Inca non poggia su documenti
scritti. La scrittura non era conosciuta nell'impero andino prima
dell'arrivo degli Spagnoli, se si fa eccezione per i quipu, strumenti di
registrazione costituiti da cordicelle munite di nodi la cui
interpretazione rimane comunque oggetto di discussione.
Gli Inca, tuttavia, si erano ingegnati per fissare
i dati salienti della loro storia, costituendo un apposito corpo di
saggi incaricati, anche con l'ausilio dei quipu, di registrare gli
avvenimenti passati. A partire da
Pachacutec, il nono sovrano della dinastia,
queste memorie viventi erano inoltre integrate da alcune pitture in cui
erano riprodotte le vicende più importanti della vita dei vari regnanti,
opportunamente purgate da eventi poco edificanti. Integravano questo
duplice sistema le tradizioni conservate nelle varie famiglie dei
singoli sovrani, ognuna gelosamente rispettosa dei particolari esclusi
dalla storiografia ufficiale.
I primi ricercatori Spagnoli che si interessarono alla storia passata
del popolo appena conquistato non ebbero chiaro questo particolare e,
interrogando indiscriminatamente i vari custodi delle passate
tradizioni, registrarono fatti talvolta discordanti. Tuttavia le
differenze riguardavano, quasi esclusivamente, i particolari intesi
difformemente dalle varie famiglie, ma non inficiavano la storia degli
Inca vista nel suo complesso.
Fa parte dei Patrimoni dell'umanità stilati dall'UNESCO.
Nel 2003, più di
400mila persone hanno visitato le rovine e l'UNESCO
ha espresso preoccupazione
per i danni ambientali che un tale volume di turisti può arrecare al sito.
Le autorità peruviane, che ovviamente ricavano dei notevoli vantaggi economici
dal turismo, sostengono che non ci siano problemi e che l'estremo isolamento
della valle dell'Urubamba sia, da solo, sufficiente a limitare il flusso
turistico. Periodicamente viene proposta la costruzione di una funivia per
raggiungere la città dal fondovalle, ma finora la proposta non è passata. La
località è oggi universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali
rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'Urubamba
circa 400 metri più in basso.
Nel 2007 Machu Picchu è stato eletto come una delle Sette meraviglie del mondo
moderno