OFFRE UN
TRIBUTO AL FILM "MEDITERRANEO"
DI GABRIELE SALVATORES
VINCITORE DELL'OSCAR NEL 1992
Con Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Giuseppe
Cederna, Claudio Bisio, Ugo Conti, Luigi Alberti, Memmo
Dini, Vasco Mirandola, Vana Barba.
Può un film
ambientato in Grecia e collocato storicamente nel 1941
raccontare l'identità di una nazione anche nei suoi
risvolti contemporanei? Di fronte a "Mediterraneo" di
Gabriele Salvatores critica e pubblico hanno risposto di
sì. Anche gli spettatori internazionali hanno risposto
con entusiasmo, tanto è vero che il lungometraggio è
stato premiato con l'Oscar al miglior film straniero nel
1992. Splendida commedia malinconica di grande
efficacia, sull’amicizia virile, sull’inutilità delle
guerre e sul valore del mare come elemento naturale
intriso di poesia e portatore di comunanze di popoli,
quella di "Mediterraneo" è la storia di un piccolo
contingente italiano di otto soldati, sbarcati a
presidiare un’isola semi-deserta dell’Egeo nel giugno
del 1941, che lì vi rimangono isolati per alcuni anni,
senza essere al corrente dei risvolti della Storia, tra
caduta del Fascismo, Armistizio con le Forze Alleate, la
Liberazione e la fine della guerra. Tra zingarate e
gesti di solidarietà verso gli isolani, gli otto
militari, sospesi in un luogo e in un tempo irreali,
vivono un'avventura senza precedenti, che segnerà
profondamente le loro vite. Quando è giunta l'ora di
lasciare l'isola, dopo oltre tre anni di sereno e felice
isolamento, qualcuno deciderà di restare e qualcuno se
ne andrà a malincuore. Azzeccato e affiatato il gruppo
di protagonisti, tra i quali spiccano le
caratterizzazioni dei tre personaggi principali del
film: il mite Tenente Montini, comandante della
variegata truppa di soldati, interpretato da Claudio
Bigagli; il sergente LoRusso interpretato da Diego
Abatantuono, che prima ligio al dovere militare, si
abbandona ben presto agli ozi dell'isola; e infine il
timido attendente Farina (Giuseppe Cederna), amante
della poesia classica e innamorato della bellissima
prostituta dell'isola Vassilissa. I tre si ritrovano
trent'anni dopo sulla stessa isola, in un finale da
groppone in gola, con la stessa ormai invasa dal turismo
di massa. Gli ozi a cui i protagonisti si dedicano
sull'isola sono il pretesto ideale per riflessioni
esistenziali, e sono metafora della crisi di un'intera
generazione, alle prese con il crollo di certezze e
ideologie degli anni '90. Ma è anche la denuncia degli
ideali falliti dell'Italia post boom economico, quindi
di quella degli anni '70, che spinge, ad esempio il
sergente LoRusso a ritornare sull'isola, perché non si
vuole rendere complice dello sfacelo intellettuale e
della corruzione dell'Italia repubblicana. A prima vista
leggero e spensierato, il film di Salvatores è una
commedia malinconica che è rimasta scolpita tra i
capolavori dell'arte cinematografica, per la capacità di
entrare nell'animo dello spettatore e per la sua
capacità di descrivere l'identità di un'intera nazione.
Strepitosa colonna sonora, con vaghe melodie
"orientali", scritta da Giancarlo Bigazzi e Marco
Falagiani.